incesto
Patty porcellina in erba 12
di pattymilf
14.09.2018 |
28.111 |
7
"Ero in totale balia di quella donna che mi stava usando senza misericordia..."
Ci fermammo con la moto ad un supermercato; avevamo appuntamento con Marco e mi aveva chiesto di prendergli due pile. Patty indossava una canottierina molto sbracciata e una gonnellina che la copriva appena. Come succedeva sempre più di frequente era senza intimo. La bassa temperatura all’interno del negozio causata dall’efficace condizionamento provocò un immediato inturgidimento dei capezzoli di mi cugina che risaltavano così evidentissimi sulla leggera stoffa gialla della maglia.- ti basta poco per eccitarti cuginetta! –
- l’hai fatto apposta –
- dovevo fare una commissione per Marco –
- ne pensate sempre una nuova voi due –
- ci ispiri…. E poi ti piace –
- no, non è vero –
- sentiamo –
Nella corsia non c’era in quel momento nessuno, Patrizia era di fianco a me; misi una mano sotto la gonna, da dietro, tra le cosce.
- stai fermo –
- fammi sentire… -
La spinsi contro un bancone; le infilai il bordo della gonnellina nella cintura, così da scoprire completamente il culetto, la costrinsi a divaricare le gambe
- potrei scoparti così, che ne dici? –
- sei un maniaco, lasciami –
- rimandiamo di poco – dissi ridendo mentre le palpavo una tetta attraverso la sbracciatura della canottiera.
- Gianfi, ti prego… arriva qualcuno –
La liberai, notando che la gonna era rimasta sollevata; lei non se ne era accorta. La mandai a cercare le pile con la scusa di cercare un bagno, seguendola senza farmi vedere. Aveva un paio di zoccoli con un po’ di tacco così che il suo culetto nudo veniva messo ancora più in evidenza mentre camminava. Il seno si muoveva libero sotto la canottiera che ne offriva ampie vedute sia per la ampia scollatura che per la sbracciatura. Patty sembrava proprio quello che era: una puttanella.
Mi ero presa la prima palpata della giornata; Gianfi era stato abbastanza gentile e la tetta non mi faceva male. Guardavo i miei capezzoli che spuntavano perfettamente visibili sotto la maglia attirando gli sguardi maschili; come sempre questo mi creava un sentimento sia di imbarazzo che di eccitazione, mantenendo così i miei capezzoli ben eretti.
Quel giorno mi pareva di vedere negli uomini un particolare interesse verso il mio lato B, mentre da parte femminile gli sguardi parevano di chiara disapprovazione. Sentii un chiaro “che troia!”
Marco e Gianfi mi stavano facendo scoprire lati del mio carattere che non conoscevo: esibizionismo, piacere nell’essere umiliata, masochismo. Ero il loro giocattolo sessuale e sotto le loro mani e i loro cazzi raggiungevo facilmente il piacere e l’orgasmo
Vidi un uomo e una donna con la divisa del supermercato venire verso di me.
- Vieni con noi -
Mi presero contemporaneamente sotto braccio. Lui sembrava prossimo alla pensione, lei poteva avere una quarantina d’anni, con tratti duri, quasi maschili
- Se hai voglia di cazzo posso accontentarti –
- Non capisco. Cosa volete? –
Mi spinsero verso un locale dove c’erano le telecamere di sorveglianza.
- Come mai te ne vai in giro seminuda? –
- Mi scusi, continuo a non capire –
- Guarda – armeggiò con i video registratori e poco dopo sullo schermo comparsero le mie immagini e finalmente compresi tutto.
- Io non lo sapevo, posso andare ora? –
- Non credo -
La donna si pose dietro di me, tenendomi le mani dietro la schiena, l’altro era di fronte.
- Vediamo se sei bella davanti come dietro –
Mi tirò giù le spalline della canottiera, scoprendomi completamente il seno. Stavo per mettermi ad urlare, ma uno schiaffone in pieno viso mi bloccò subito.
- Niente male la ragazzina – disse soppesandomi le tette
- Per piacere… mi aspettano, si preoccuperanno … -
- Chi? Il ragazzo che era con te? – si rivolse alla suo collega – portalo qui –
- La mollo? –
- La tengo per le poppe, la bella vacchetta – rispose dandomi una bella strizzata
Mi avvicinò una dipendente del supermercato, chiedendomi di andare con lei. Doveva avere una qurantina d’anni, alta formosa. Portava una polo sotto la quale si muovevano, apparentemente libere, due grosse poppe. Attraversammo tutto l’edificio fino ad arrivare ad una stanza.
La donna entrò direttamente: di fronte a me, seduto, un uomo di una sessantina d’anni; tra le sue gambe aperte la testa bionda di mia cugina andava su e giù mentre gli stava evidentemente facendo un pompino. Era inginocchiata offrendoci lo spettacolo del suo culetto.
- hai già messo al lavoro la troietta! –
- è una ragazzina educata ed obbediente; pensa va ancora al liceo. Ma succhia come una puttana esperta –
- glielo hai insegnato tu? – mi chiese
- ha un talento naturale – risposi
- vediamo come se la cava con questo –
Da un sacchetto che aveva in mano estrasse un grosso cetriolo.
- Non credo sià vergine… - disse ridendo
- E’ bene aperta – risposi – dappertutto…. –
- Allora ne prendo un altro -
L’uomo doveva essere prossimo a venire perché stava tenendo la testa di mia cugina schiacciata contro il suo inguine e si stava inarcando spingendo sulle ginocchia
- Prendilo tutto, troietta succhiacazzi; se sporco il pavimento te lo faccio pulire con la lingua –
Il sorvegliante del supermercato mi teneva letteralmente per le tette; sembra che le mie attraggano particolarmente gli uomini che appena possono me le palpano. Mi dicono che sono come quelle di una vacca e quindi devo essere munta. Mi fanno mettere a pecorina, così le mie mammelle pendono libere e le possono prendere a piene mani strizzandole per bene. Un’altra cosa che si divertono a farmi è prendermi i capezzoli tra le dita, schiacciarli e tirarli forte. Più mi lamento e cerco di liberarmi e più strizzano o stringono; se sono nudi vedo i loro cazzi diventare sempre più grossi e duri. I più intraprendenti mi prendono a schiaffi le tette, c’è chi preferisce tenermi una tetta con una mano e colpirla con l’altra e chi le colpisce a mano libera per vederle ondeggiare sotto i colpi ricevuti.
L’uomo del supermarket dopo avermi munto per bene mi aveva ordinato di fargli un pompino. Il dolore era troppo forte per dirgli di no. Non era durato molto e si era scaricato nella mia bocca.
Avevo intanto riconosciuto la voce di Gianfi che parlava con la donna.
Stavo per alzarmi ma l’uomo me lo impedì. Una mano mi stava frugando fra le cosce, non mi sembrava Gianfi, doveva essere la donna. Era la prima volta che venivo palpata da una mano femminile. Cercai di spostarmi ma mi arrivò un violento sculaccione
- Allarga le gambe, zoccoletta –
- Gianfi, fai qualcosa! Aiutami –
- L’unica cosa che voglio fare è vedere cosa ti farà questa signora, cuginetta –
- La zoccoletta è tua cugina? –
- Si –
- E te la scopi? –
- E con grande soddisfazione –
- Non ti dispiace se la uso un po’? –
- Come ha detto lei è una zoccoletta; l’ho lasciata sola cinque minuti e l’ho trovata a succhiare il cazzo al suo amico -
La donna si era impossessata della mia passerina; la palpeggiava, giocava con i miei peletti, la massaggiava. Aveva trovato il mio bottoncino e lo titillava con un dito. Era brava. Sapeva dove toccarmi e cosa fare. All’inizio mi aveva dato fastidio l’idea che fosse una donna a toccarmi, poi mi ero concentrata sulla mano, poteva essere di chiunque. Si stava facendo strada dentro di me, prima con un dito, poi con due. Mi frugava, mi stimolava. Contraevo la vagina intorno a quelle dita.
- Non avevo mai avuto una ragazzina così giovane fra le mani; una bella fighetta morbida, calda e disponibile –
Mi sfuggì un gemito.
- E’ ora di riempirla questa ragazzina… -
Conoscevo Patrizia; a pecorina era una cagna perfetta. il suo gemito indicava che stava partendo; ma soprattutto vedevo il movimento dei suoi fianchi e il suo indietreggiare verso le dita che la stavano penetrando. La donna tolse la mano; davanti a me la passerina dischiusa e umida; fu subito riempita dal primo cetriolo. Lo teneva con una mano usandolo come un grosso cazzo.
Sentivo mia cugina ansimare mentre lei la teneva in sospeso. Si portò due dita alla bocca, le inumidì per bene e iniziò a spingerne uno nel buchetto di Patty. Affondò facilmente fino alla nocca.
- ha il culetto aperto la puttanella, quanti ne prende? –
Non aspettò la risposta. Al primo dito ne aggiunse un secondo. Li ruotava, li estraeva, li affondava nuovamente. Li estrasse ancora una volta e li sostituiì con il secondo cetriolo. Le si inginocchiò di fianco. Prese i due ortaggi con una mano manovrandoli avanti e indietro nella figa e nel culo di Patrizia mentre con la mano libera si impossessò delle sue tettone.
Ero in totale balia di quella donna che mi stava usando senza misericordia. I due cazzi finti mi devastavano, li manovrava abilmente mentre mi pizzicava i capezzoli sempre più grossi e duri.
Mi prendeva ambedue le tette con una mano sola stringendole e strizzandole. Mi piantava le dita sui capezzoli spingendoli verso il torace.
Mi buttò a terra su un fianco
- Succhiami le tette, porca –
Ero ormai partita. Le sollevai la polo scoprendola. Le presi una tetta tra le mani portandomela alla bocca e cominciai a leccare e a succhiare il capezzolo.
Più la stringevo e la succhiavo è più lei mi strizzava e affondava i cazzi verdi nei mie buchi. Venni soffocando le mie urla nelle tette della donna.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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